Storia
La Tinaia viene fondata nel febbraio del 1975 all'interno dell'ex ospedale psichiatrico V. Chiarugi di Firenze presso i locali di una casa colonica posta a ridosso della cinta muraria della cittadella manicomiale. L'iniziativa, promossa da un gruppo di operatori sanitari, si sviluppa sullo sfondo dei profondi processi di cambiamento che attraversano la società italiana negli anni '70. I rinnovamenti politici, normativi, culturali che attraversano l'intera collettività introducono nuovi modelli di riferimento anche nel campo della salute mentale: la legge 180, con la quale viene sancita la definitiva chiusura del 'manicomio' (legge Basaglia promulgata nel 1978) nasce in questo contesto.
La Tinaia, in palese rottura con la logica repressiva dell'istituzione totale, viene pensata come spazio di libera attività creativa per i degenti dell'ospedale, caratterizzandosi fin dagli inizi come esperienza rivoluzionaria: andando oltre alle pratiche di terapia espressiva già sperimentate in regime manicomiale negli anni '60, tra cui la 'prima Tinaia' (1963-1970), l'atelier pone al centro il linguaggio estetico e l'espressività nel disegno, la pittura, la lavorazione della creta, come vie per la comunicazione, l'uscita dall'emarginazione e l'isolamento dal mondo. Unitamente a finalità terapeutiche o genericamente occupazionali, la creazione 'artistica', la possibilità di fare arte e tramite essa accedere a nuove cittadinanze, diventano sempre di più impegno prioritario, andando a costituire l'identità di un'esperienza ancora oggi fertile e vitale.
Luogo di confine tra il dentro e il fuori dell'istituzione totale, La Tinaia, nelle varie forme in cui è stata inquadrata o affiancata nel corso degli anni (Bottega Artigiana, poi Cooperativa Integrata di solidarietà sociale, Associazione Culturale, oggi parte della rete del Servizio di Salute Mentale del Quartiere 2 di Firenze e Associazione Onlus), ha costituito l'occasione perché un'umanità silente e esclusa dalla segregazione di ieri o dall'indifferenza di oggi ritrovasse, attraverso il linguaggio della creatività, una voce e una possibilità per costruire il proprio percorso di vita.
La straordinarietà e l'eccezionale spessore estetico delle opere prodotte, prima di ottenere una spiegazione e un proprio posto all'interno della critica d'arte, così come si è andato delineando successivamente con la collocazione entro il filone Art Brut, si sono offerte infatti allo sguardo del mondo 'rivendicando' la necessità di essere viste, conosciute, fruite. L'incessante attività di visibilità e diffusione, organizzazione di mostre, partecipazione a mercati, vendita diretta degli oggetti prodotti, caratterizza la Tinaia fin dagli esordi e viene avviata nello stesso anno di fondazione con uno stand espositivo di ceramiche alla Fiera annuale di Prato (agosto/settembre 1975).
Lunghissimo l'elenco delle esposizioni realizzate già nei primi anni, tra cui va citata Colori dal Buio, (Chiostro Grande di Santa Croce, 1981, in collaborazione con Assessorato Cultura del Comune di Firenze) così come la costruzione di contatti, soprattutto negli anni '90, con il variegato mondo dell'arte. I risultati di questi sforzi hanno portato le opere della Tinaia a essere presenti in Italia e all'estero nei musei, gallerie, collezioni di arte contemporanea (Collection de l'Art Brut di Losanna, L'Aracine di Parigi, Musée d'Art Moderne di Villenueve-d'Ascq, Outsider Collection di Monica Kinley a Londra, Phillis Kind Gallery di Chicago e New York, Mad Musée di Liegi, etc. ) e ancora oggi testimoniano l'infaticabile lavoro condotto nel segno della visibilità e della valenza sociale dell'opera d'arte, dai molteplici attori che si sono succeduti in tutti questi anni nello spazio Tinaia.
Alle funzioni terapeutiche-riabilitative della Tinaia come luogo del Servizio di Salute Mentale del Quartiere 2 di Firenze, si affianca oggi il contributo dell'Associazione La Nuova Tinaia Onlus (2002) con progetti specifici di valorizzazione, documentazione e gestione del patrimonio artistico fino a oggi raccolto.